Laetitia Sadier: il privato è (ancora) politico
Tutti ce l’hanno nel cuore come voce e coautrice degli Stereolab, ma Laetitia Sadier ha esordito come solista nel 2010, pubblicando il secondo album a suo nome l’anno scorso. Quando la musicista francese è venuta a trovarci, giovedì scorso in occasione del live al BenTiVoglio Club, abbiamo parlato a lungo proprio di Silencio, un bel disco dove l’aspetto politico è presente e evidente, tanto quanto lo sono i temi più intimi e personali. E talvolta le due cose si fondono.
“Volevo fare un disco colorato“, ci ha detto Laetitia quando le abbiamo fatto notare anche la varietà musicale presente nell’album. Siamo poi finiti a parlare dei suoi ricordi musicali d’infanzia, legati alle radio libere francesi e a un negozio di dischi in un centro commerciale statunitense. Ma abbiamo discusso anche del concetto di silenzio, passando da John Cage a una chiesa spagnola. E infine le abbiamo rivolto la domanda sui dischi dell’isola deserta. Siamo abitudinari… ma voi non fatevi scoraggiare e premete play: abbiamo avuto raramente il piacere di fare interviste così autentiche e profonde.











