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Miss Chain & the Broken Heels e The Tunas: Maps’n'roll!
Venerdì 23 novembre è stato un giorno storico per molti amanti della musica che viene fatta da queste parti: al Locomotiv Club, infatti, si sono esibiti per l’ultimo concerto in città una band storica, The Tunas, che avevamo sentito in occasione dell’uscita del disco che si chiama come loro e che è l’ultimo della loro carriera per come la conosciamo. Ma non intristiamoci e godiamo insieme, invece, di ciò che è accaduto in quel pomeriggio nei nostri studi.
Sul palco del club di via Serlio, infatti, non erano in programma solo i Tunas, ma anche una band lombardo-veneta con la quale abbiamo avuto il piacere di parlare qualche anno fa: i Miss Chain & the Broken Heels, che hanno presentato le ultime novità uscite (un 7 pollici) suonandole in studio in versione acustica. Una band che ha girato già molto oltre oceano e che ha conquistato ancora una volta il pubblico bolognese, con il quale ha un rapporto particolare, come sentirete dall’intervista.
Anche due dei Tunas ci hanno però regalato una canzone in acustico, dal titolo significativo “I’ve Been Young”, che suggella così un addio anche ai live radiofonici che la band ha fatto (spesso ospite di Enzo Polaroid) dalle nostre frequenze. Insomma, vi proponiamo oggi su queste pagine un live davvero de core.
Un live con i Giardini di Mirò
Questo 2012, per tanti versi, è stato un anno importante per i Giardini di Mirò: a marzo è uscito il loro disco Good Luck, di cui parlammo con la band mesi fa; sono stati tra i promotori di Abbassa!, il concerto che avete sentito anche in diretta sulle nostre frequenze. E, non contenti, hanno fatto uscire un ep, intitolato Unluck: proprio da questo titolo hanno preso le mosse le chiacchiere che abbiamo fatto in studio con la band venerdì 16 novembre, prima del live al Covo Club.
I Giardini, in tour e nei nostri studi con Laura Loriga (Mimes of Wine) e Andrea Sologni (Gazebo Penguins), ci hanno anche regalato tre brani live, due tratti dal’album e due dall’ep. Ma abbiamo anche discusso di come la crisi economica abbia colpito il mondo della musica. Insomma, vi offriamo un post ricco, che potete gustare durante questo fine settimana, che comprende audio e video (grazie a Damiana e Tonino) di un bel pomeriggio qua in radio.
Alt-j: time is on their side
Quando arrivarono i primi singoli di questa nuova band britannica, chiamata come una combinazione di tasti, siamo rimasti folgorati: un suono riconoscibile eppure cangiante, con un uso di suoni e strumenti davvero originale. Quando poi siamo riusciti ad ascoltare tutto il debutto degli Alt-J, quel An Awesome Wave che ha vinto di recente il Mercury Prize, non abbiamo avuto dubbi a farlo disco della settimana.
E finalmente, dopo la capatina estiva, la band britannica è tornata in Italia. Ancora freschi del live al Bronson di Ravenna, vi facciamo riascoltare la chiacchierata fatta ieri in onda con Thom Green, batterista del gruppo. Tra le altre cose che emergono dalla lunga intervista, sorprende la serenità e la consapevolezza della band, che tornerà alla scrittura solo verso la fine dell’estate. Noi attendiamo: intanto godetevi l’intervista, perché siamo sicuri sia un modo di conoscere meglio uno dei gruppi che più ci ha colpiti in questo 2012.
Deerhoof: è la mancanza di libertà che mette ansia
L’altroieri i Deerhoof, una delle band di culto in attività da una ventina d’anni, sono arrivati a Bologna per l’unica data italiana del tour legato all’ultimo disco Breakup Song. Il Locomotiv Club ha ospitato la data di Murato che ha visto la band originaria di San Francisco entusiasmare il pubblico presente, frullando sul palco generi musicali, suoni e forme, come è lecito aspettarsi dai quattro.
Nel pomeriggio dello stesso giorno abbiamo avuto al telefono John Dieterich: insieme al patron della Unhip Records (che organizza i live di Murato insieme a RCdC) Giovanni Gandolfi, abbiamo parlato del nuovo disco, allargando il discorso all’approccio che la band ha con la sua musica. Se c’è un aggettivo legato ai Deerhoof, infatti, questo è “imprevedibile”: ma tutte queste variazioni non possono portare a insicurezze? Il chitarrista, come potete sentire qua sotto, ci ha spiegato qual è il vero approccio della band, all’insegna della libertà, più che della imprevedibilità. Oltre all’intervista anche il video della canzone che John ha scelto per chiudere l’intervista.
La strada dei Melampus
Sono in due: lei, Francesca “Billy” Pizzo ha suonato nei Nel Dubbio; lui, Angelo “Gelo” Casarubbia, era nei Buzz Aldrin. Insieme sono i Melampus, band che ha esordito un mese fa su Locomotiv Records con un disco interessante e personalissimo, intitolato Ode Road.
Come ci hanno spiegato nei nostri studi, il giorno prima del release party, la strada del titolo è quella in cui sono ambientati i brani del disco, ma noi crediamo che ci sia comunque una strada che i Melampus hanno deciso di percorrere, che parte dalla 4AD degli inizi, passando attraverso tappe impreviste e imprevedibili, come la rivistazione di un brano di Smog, che trovate sia nella versione fatta in studio giovedì 15 che in un video ripreso il giorno dopo al Locomotiv.
Una band da tenere d’occhio, che musicalmente non si “piega” ai suoni che più si sentono negli ultimi tempi: i Melampus cercano l’oscuro, anche a costo di sbagliare. Il tentativo di essere prima di tutto loro stessi passa anche di qua.
Wild Nothing: “Un clima musicale fuori di testa”
Jack Tatum è il musicista dietro al nome Wild Nothing, una band che spesso sentite in Maps e sulle nostre frequenze: un pop sognante che, sin dall’esordio Gemini, ha fatto gridare molti al miracolo. Nonostante anche alcuni ascoltatori abbiano espresso un parere non proprio favorevole ai suoni e ai live della band, il concerto di venerdì al Covo è stato davvero partecipato.
Un paio di giorni prima abbiamo parlato con Jack al telefono, raggiungendolo in Germania: non ci siamo limitati a parlare dell’ultimo Nocturne, ma abbiamo voluto ripercorrere i due anni di vita della band anche dal punto di vista personale e psicologico: Tatum ci ha confermato che ha subito una forte pressione dopo il successo dell’esordio, anche a causa di un “crazy musical climate”. Insomma, non solo di canzoni abbiamo parlato, sebbene, alla fine dell’intervista, potete sentire dalla voce del suo autore il perché la title track sia così importante per quest’ultimo disco.
Offlaga Disco Samba?
Giovedì 15 gli Offlaga Disco Pax sono arrivati a Bologna per una data del loro tour al BenTiVoglio Club. Abbiamo parlato del loro nuovo album Gioco di società mesi fa: è tempo di tirare le somme riguardo al tour e alla ricezione delle nuove canzoni da parte del pubblico.
Abbiamo parlato di questo con Max Collini, che al telefono ci ha raccontato di incontri imprevisti con vecchie compagne di partito, del rapporto con i fan e di un viaggio in Brasile che si è rivelato pieno di sorprese, altri incontri, live in tv in prime time, ma che soprattutto ci ha permesso di trovare lo scandaloso titolo di questo post (di cui preventivamente ci scusiamo con tutti).
A Shape of Jazz to Come: Bad Uok dal vivo a Maps
Sono in quattro, sono giovani e hanno un modo tutto loro di intendere il jazz, che ci ha affascinato al primissimo ascolto. Ecco a voi i Bad Uok, chitarra, piano/tastiere, batteria e trombone, con un disco in uscita a gennaio, intitolato Enter. E voi direte: allora (ri)ascoltiamo e (ri)vediamo, grazie alla premiata coppia Max&Damiana, le versioni live di quelle canzoni.
E invece no, perché la band ha voluto regalarci ben due inediti per festeggiare al meglio quello che crediamo sia il primo live jazz registrato a Maps. Un jazz elettrico e scuro, giocato sulle tonalità basse e cupe, eppure dinamico e nervoso. Insomma, ecco tutto il pacchetto: chiacchiere, foto, video, audio.
Disco della settimana: Public Service Broadcasting – Inform – Educate – Entertain
Public Service Broadcasting – Inform – Educate – Entertain

















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