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“L’abbiamo fatto un po’ per volta”: il nuovo disco degli Iori’s Eyes
Uscito il 13 marzo scorso, Double Soul è il primo album “lungo” degli Iori’s Eyes, una band di cui abbiamo già parlato a Maps. I ragazzi, dopo due soli ep, si sono fatti conoscere molto bene nel cosiddetto ambito indie, ma l’album di cui abbiamo parlato con Clod al telefono è un cambio di direzione evidente.
Suoni più cupi e sognanti, un maggiore spessore e una “doppia anima” di cui abbiamo parlato a lungo con il nostro ospite, mentre era in furgone diretto a Roma per un concerto. Clod ci ha anche raccontato della produzione del disco, avvenuta in maniera progressiva e in diversi studi e camere da letto. Buon ascolto!
Brunori come Badly Drawn Boy!
Qualche giorno fa è venuto a trovarci ancora una volta Dario Brunori e la sua Brunori SAS: l’occasione non è stata solo il live al Locomotiv di quel giovedì sera, ma anche la prima di un film. Il musicista ora senza baffi, infatti, ha firmato la colonna sonora di È nata una star? di Lucio Pellegrini, tratto da un racconto di Nick Hornby.
Il parallelo con Badly Drawn Boy è stato immediato, non solo perché il musicista è stato ospite nei nostri studi mesi fa, ma soprattutto perché anche lui ha firmato la colonna sonora di un film tratto dagli scritti dello scrittore britannico (About a Boy, ve lo ricordate?).
Ma la chiacchierata è stata punteggiata dall’ironia e dal divertimento che proviamo sempre quando Dario viene a Maps: calembour, freddure, leggerezza e una tendenza a non prendersi mai troppo sul serio hanno permeato l’intervista. Ma non vi diamo solo quella: qua sotto, infatti, potete sentire delle versioni acustiche di due brani: “L’asino e il leone” è tratto dalla colonna sonora di cui abbiamo parlato; “Una domenica notte”, invece, arriva direttamente dal secondo disco della Brunori SAS. Buon ascolto!
Tutto l’hardcore torinese dopo i Negazione
La prima volta che abbiamo sentito solo nominare il documentario Torino Hardcore, non sapevamo bene cosa aspettarci, ma eravamo certi che si parlasse dei Negazione, una delle realtà più importanti a livello mondiale, non solamente nell’ambito dell’HC italiano. E invece il documentario di Andrea Spinelli si occupa del decennio successivo, raccontando l’hardcore torinese negli anni ’90.
Attraverso video di concerti dai colori sgranati e, soprattutto, interviste a chi quell’epoca la visse suonando, Torino Hardcore è impetuoso nella sua ora scarsa nel tentare di definire quel periodo dal punto di vista storico, sociale, culturale ma anche urbano. Attraverso il documentario, infatti, non scopriamo solamente le vicende dei vari Mucopus, Church of Violence, Arturo e Crunch, tanto per citare alcune delle band che hanno fatto la storia di quel periodo, ma anche una delle tante facce di Torino, tra gli skaters, i negozi di dischi del centro e i palchi dei centri sociali occupati.
Ecco per voi l’intervista con Andrea e un brano dei Crunch, “Contro i muri”.
Colapesce: esiste una funzione sociale del cantautore, ma…
Uno dei musicisti italiani di cui più si è parlato negli ultimi mesi è venuto a trovarci qualche giorno fa, in occasione del concerto che ha tenuto al Covo quello stesso venerdì 16 marzo. Colapesce, che dopo un fortunato ep è uscito con un album, Un meraviglioso declino, per la 42 Records, ha suonato e chiacchierato nei nostri studi.
Oltre alle domande di rito sulla produzione e la scrittura dell’album, però, abbiamo voluto chiedere a Lorenzo Urciullo (questo il vero nome del musicista siciliano), come intendesse “l’impegno” in relazione alla figura del cantautore. La sua risposta ci ha trovati d’accordo e riflette, sposando l’allusione più che il manifesto, anche alcuni passaggi particolarmente raffinati che si possono trovare nelle liriche delle canzoni. Ecco per voi, quindi, in versione chitarra e voce, tre pezzi del disco e l’intervista con Colapesce.
Sex Ex: cupi, ma non troppo
Il disco d’esordio del quartetto siculo-felsineo Sex Ex è una bella mazzata: chitarre distorte e testi che lasciano poca speranza, come potete constatare voi stessi ascoltando una traccia che vi regaliamo, “Venerdì”. Ma siamo sicuri che questa cupezza prevada davvero i ragazzi?
In occasione della data che la band ha fatto all’Arteria venerdì scorso, abbiamo avuto con noi al telefono Emiliano, che ci ha raccontato storia e influenze della band. Non solo rock, ma anche un modo di fare entrare alcune delle esperienze più d’avanguardia che qualche componente della band pratica da molto tempo. Il punto è che abbiamo riso tantissimo con Emiliano al telefono: sarà che l’abbiamo colto nella splendida Sardegna in una giornata di sole, ma solo con i primi suoni della bella traccia che qua vi regaliamo siamo ripiombati nelle atmosfere non di certo luminose di questo interessante esordio. Che ne pensate voi, o ascoltatori di Maps?
Campagna di primavera
Amiche e amici di Maps, da mercoledì a domenica si va di nuovo in Campagna Abbonamenti! Palinsesto stravolto ancheper Maps, che da oggi non va in onda, domani va in onda normalmente, ma da mercoledì a venerdì va in onda dalle 1430 alle 17 per due ore e mezza di frizzi, lazzi, quiz e matte risate.
Puntata speciale anche sabato 31, con tre ore (dalle 14 alle 17) di live, giochi, e collegamenti con il “nostro” parco Guido Rossa in Bolognina. Per saperne di più tenete sempre sott’occhio il sito della radio!
Calibro 35: “Ogni riferimento…” a Maps
Amano suonare nella nostra trasmissione, e ce lo ripetono sempre, ogni volta che li vediamo o sentiamo. Potete quindi immaginare quando Massimo Martellotta, Enrico Gabrielli, Fabio Rondanini e Luca Cavina hanno visto i nuovi studi nei quali ci siamo trasferiti da un po’: non vedevano l’ora di inaugurarli con un live set infuocato!
La formula che abbiamo adottato con i Calibro 35 questa volta è stata un po’ diversa: i ragazzi, infatti, ci hanno suonato due pezzi uno dopo l’altro, intervallando l’esecuzione del terzo con delle chiacchiere. Al centro della scaletta e dell’intervista c’è ovviamente l’ultimo disco, quel Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale di cui abbiamo parlato già con la band quando uscì. Godetevi tutto, insomma. Già sappiamo che questo live e il concerto che venerdì i Calibro hanno tenuto al TPO ce li ricorderemo per un pezzo…
… e se ancora non ne avete abbastanza:
Alcune foto scattate al TPO!
Revolution Will Be Not Televised, diceva qualcuno…
Ha fatto canzoni che avrebbero potuto cambiare il corso della musica per sempre, quando aveva 20 anni.
Gil Scott-Heron è stato infatti uno dei personaggi più significativi della cultura black degli anni settanta e ottanta: poeta, autore spoken word, scrittore e musicista, è stato considerato come uno dei padri fondatori della musica rap e sostenitore dei diritti e delle lotte della popolazione afro-americana negli anni in cui le morti di Kennedy, Malcolm X e Martin Luther King sembravano aver spento ogni sorta di ottimismo.
Antonio Bacciocchi (musicista, produttore discografico e scrittore) in questa intervista ci parla del poeta soul-jazz e del suo libro Gil Scott-Heron: The Bluesologist, pubblicato da Vololibero Edizioni.
Tra biografia e discografia essenziale, tra vizi e virtù del grande Heron, parliamo con Antonio di come, nonostante le liriche pure, semplici e di grande impatto, Gil Scott-Heron sia stato spesso frainteso e malinterpretato, del suo periodo oscuro, dei suoi rapporti con il collaboratore ed amico Brian Jackson e dei suoi due capolavori: Pieces Of A Man e I’m New Here, di cui vi regaliamo la title-track.
Disco della settimana: Public Service Broadcasting – Inform – Educate – Entertain
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