
In occasione della proiezione del documentario Kid Creole and My Coconuts, al Biografilm Festival, la scorsa settimana è arrivato in città August Darnell, cioè Kid Creole in persona. Una carriera quasi trentennale, quella della band che ha mischiato ritmi latini e funky in una decade (gli anni ’80) celebrati dal festival giunto alla settima edizione. Una carriera che, dal 2001 si era via via rarefatta: solo qualche live e nessun disco.
Ma ci sono novità: a settembre, infatti, uscirà il nuovo album I Wake Up Screaming. Avremmo dovuto parlare principalmente di questo e del documentario: ma, dovendo aspettare l’estate per ascoltare qualcosa di nuovo e non avendo August visto il documentario, siamo finiti a parlare del rapporto tra il musicista e il nostro Paese, assai intenso negli anni ’80. Avete mai sentito parlare di Eleonora Brigliadori e della famiglia Casadei a Maps? Mai dire mai! Buon ascolto.

Federico Fantuz è venuto nei nostri studi diverse volte in qualità di chitarrista di Beatrice Antolini: la scorsa settimana, però, abbiamo chiacchierato con lui a proposito della sua musica, firmata con il nome d’arte di Music for NO Movies.
E’ uscito da poco, infatti, Violent Zen, una raccolta di brani decisamente atipica, considerando il panorama musicale di oggi. Undici tracce strumentali, basate su tanti e diversi suoni di chitarra, che Federico ha registrato da solo, immaginandosi film che non esistono, omaggiando Arvo Part e prendendo in giro l’ex presidente degli USA George W. Bush. Per saperne di più ascoltate l’intervista e prendete una traccia che Federico ha scelto tra quelle che compongono l’album.
Innanzitutto non confondiamoci: ci sono ben tre band con questo nome, ma noi stiamo parlando dei Radio Days milanesi, attivi, scalcianti e presi dalla loro musica. Abbiamo parlato di loro e del disco C’est la vie in una puntata in cui il tema del giorno era l’amore, sapientemente intersecato con domande sull’arte del compromesso. Il tutto, poi, partiva da una sequenza di Radio Days, il film di Woody Allen, che parla proprio di compromessi per amore.
Ci sembrava di avere fatto tutto per benino, ed eravamo pronti a inanellare anche il nome della band lombarda a questo ricamo, quando Paco al telefono ci ha svelato che il gruppo in cui suona ha preso il nome non tanto dal lungometraggio (che pure piace), ma piuttosto dall’idea di ascoltare determinati tipi di musica alla radio. L’intervista è cominciata da qui, ma poi il nostro simpatico ospite ci ha raccontato la storia dei Radio Days, confidandoci che anche un rock che suona fresco e leggero (come potete sentire voi stessi qua sotto) ha alle spalle infinite prove e discussioni. Buon ascolto!
… e se ancora non ne avete abbastanza:
Il MySpace dei Radio Days
Forse la foto quassù non ritrae Alessio Natalizia, meglio conosciuto come Banjo or Freakout, in una mise diversa da quella che indossava quando ha risposto alla nostra chiamata, martedì della scorsa settimana. Infatti l’abbiamo raggiunto (nuovamente) al telefono prima del concerto che ha tenuto all’Hana-Bi di Marina di Ravenna, quella sera stessa.
Alessio ci ha raccontato, in mutande con i piedi immersi nelle adriatiche acque, di come è andato il tour con i Papercuts, ma si è soffermato con noi anche su come il suo album di debutto è stato accolto, su cosa vuol dire fare remix e sui progetti futuri. Inoltre non ha lesinato consigli: i Wild Beasts, secondo lui, hanno fatto un ottimo terzo disco! Come al solito, intervista e brano musicale. Buon ascolto!
… e se ancora non ne avete abbastanza:
Il MySpace di Banjo or Freakout
L’australiano Mick Harvey è una delle figure più interessanti del rock degli ultimi trent’anni: sodale di Nick Cave prima con The Birthday Party e poi con i Bad Seeds, Harvey non ha mai rinunciato a una sua carriera: il suo nome compare in progetti diversi, ha scritto diverse colonne sonore, con o senza Cave, e ha suonato in molti dischi di altri, tra cui Let England Shake di PJ Harvey.
Giovedì nove giugno Mick Harvey è stato a Bologna per un imperdibile live, dove ha proposto diversi brano tratti dal suo ultimo disco, Sketches from the Book of the Dead, di cui vi regaliamo qua una traccia. Come ci ha raccontato al telefono, quelle che ci sono nell’album sono delle riflessioni sulle persone scomparse dalla vita di Mick: non necessariamente riflessioni cupe o straziate, però. Il musicista, infatti, ci è sembrato decisamente allegro e disponibile, e ha risposto in maniera generosa a tutte le nostre domande. Premete play e godetevi l’intervista!
Hanno suonato venerdì scorso al parco della Montagnola, per la rassegna curata dal nostro MorraMC: abbiamo approfittato dell’occasione, quindi, e abbiamo raggiunto al telefono Luca degli Apes on Tapes. La lunga intervista che potete ascoltare qua sotto è partita da domande classiche, come l’0rigine del curioso nome della band, ma poi è continuata parlando con il nostro ospite “da due parti”: sia come componente della band, ma anche come grande appassionato di elettronica e hip-hop.
Tra alcune curiosità dell’ultimo lavoro degli Apes on Tapes, quel Foreplays tuttora scaricabile gratuitamente dal sito della Homework Records, e domande sui gusti e le attese di Luca, spuntano riflessioni sull’ultimo disco di Flying Lotus, su cosa vuol dire la gratuità nella musica, e sul perché Luca abbia voluto chiudere l’intervista proprio con il brano che vi diamo da scaricare gratis qua. Buon ascolto!

… ma vi regaliamo (in attesa dei risultati del referendum), il suono sinuoso e un po’ pappone di Sebastien Tellier: ecco il suo ultimo disco Love Songs in streaming per voi!
Francesco |
08:00 |
Monday 13 June 2011 |
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