A Maps regaliamo spesso a voi ascoltatori biglietti per andare ai concerti. Voi, “in cambio”, ci mandate una breve recensione dei concerti stessi. Barbara, affezionata ascoltatrice, ha vinto i biglietti per andare a vedere gli Stornoway al Covo e ci ha mandato (un bel po’ di tempo fa, chiediamo venia!) una breve recensione con la foto che vedete qua in alto. Grazie mille!
Tralasciando il fatto che l’acustica del Covo non mi ha mai convinto gran che (tanto che alla fine ho smezzato il loro cd con un amico per comprenderli meglio), il concerto degli Stornoway mi è sembrato disinvolto, non eccessivamente entusiasmante ma nel complesso innovativo, anche nonostante le melodie simpaticamente altalenanti. La splendida voce del cantante ha fatto vibrare le pareti nel pezzo totalmente acustico “November song” (non è nell’album ma gli ha reso molto onore) e trascinanti sicuramente sono risultate “Zorbing”, “I saw you blink” e “Watching birds”.
Mi viene un po’ l’orticaria a fare similitudini con altri gruppi ma forse i Fleet Foxes e gli Okkervil River sarebbero i primi che mi vengono in mente.
Gli Eveline hanno chiamato proprio così il loro nuovo album: AlphaOmega, di cui vedete sopra l’artwork. Un titolo decisamente altisonante che però ben si sposa alle atmosfere evocate dalle tracce che lo compongono. Si parla di pianeti, galassie e spazio: non è quindi sbagliato parlare anche di influenze space-rock, come ci ha confermato d.m., uno dei componenti della band, che abbiamo sentito al telefono.
d.m. ci ha raccontato della genesi del disco, delle musiche che lo compongono, della coproduzione europea che l’ha reso possibile e di quando è meglio ascoltarlo durante la giornata. Noi, come al solito, vi regaliamo un brano oltre all’intervista. Buon viaggio a tutti!
Noi di Maps siamo tendenzialmente delle personcine discrete: quando, però, abbiamo l’occasione di farci gli affari degli altri non ci tiriamo indietro, con il consenso degli interessati. Abbiamo quindi fatto una breve chiacchierata con Corrado Nuccini, che ci ha svelato alcuni retroscena della registrazione del nuovo disco dei Giardini di Mirò, di cui la band ci aveva regalato degli assaggi in un live nei nostri studi.
Come chiamano le canzoni i ragazzi, prima che abbiano un titolo? Come è lavorare con un membro della band che è anche l’addetto alle registrazioni? Perché alcune cose vengono bene solo prima di pranzo e non nella prima mattina? Interrogativi pesanti, lo sappiamo, a cui però Corrado dà esaustive risposte…
L’ album d’esordio degli Hobocombo, direttamente da Verona, è una raccolta di cover di Moondog, eccentrico compositore americano vissuto nel secolo scorso, e precursore delle tendenze minimaliste degli anni 60 e 70 della musica di Philip Glass e Steve Reich.
Now That It’s The Opposite, It’s Twice Upon A Time, questo il titolo che in uno scioglilingue il nostro Fra ha apprezzato notevolmente.
Se qualcuno vi chiedesse un’esempio di scala pentatonica con uso nella musica occidentale sapreste rispondere? Loro sì. Le prove sono qua sotto!
Qualche tempo fa ha fatto tappa a Bologna un tour molto particolare: Pierpaolo Capovilla ha messo in scena il suo reading/spettacolo sui versi di Vladimir Vladimirovič Majakovskij. Le Scuderie di piazza Verdi hanno ospitato, oltre al leader di Teatro degli Orrori e One Dimensional Man, il suo compagno di band Giulio Favero e altri due musicisti.
Abbiamo chiamato Pierpaolo un paio di giorni prima dello spettacolo, cogliendolo in completo relax da pre-performance nel sassarese. In maniera molto schietta e sincera, Capovilla ci ha raccontato come nasce il reading e quali sono stati i suoi pensieri sulle liriche che “urla” dai numerosi palchi che l’hanno ospitato. Più Majakovskij per tutti.
Scott Mercado suona e lavora con un sacco di band: dai Grimoon ai Black Heart Procession. Tra un tour e l’altro, lavora ai suoi dischi da solista (o quasi) che firma con il nome di Manuok. In questi panni è tornato a trovarci, dopo avere accompagnato Sara Lov nel suo tour e anche nei nostri studi, per una session acustica davvero mirabile.
Mai avaro di racconti e aneddoti, Scott ci ha raccontato dell’importanza della figura del nonno, celebrata nell’ultimo disco The Old Horse, e ha discusso con noi di cosa vuol dire avere a che fare con un sacco di band diverse, e del vivere la dimensione del tour con loro. Insieme a lui il polistrumentista Jeff Grasmick, che ha accompagnato la voce e la chitarra di Scott con ricami al glockenspiel. Questa volta ve lo diciamo anche noi col cuore: prendetevi una mezz’ora e godetevi le chiacchiere e le canzoni!
Ok. Neanche loro sapevano esattamente da chi fosse composta la band. Del resto a noi che ce frega dei nomi, noi li chiamiamo per suonare.
Un po’ folk, un po’ psichedelici e sonorità molto “analogiche”. Tantissime le collaborazioni all’interno del nuovo disco Fifth, e tante altre le partecipazioni che hanno accompagnato il corso del progetto Blessed Child Opera. Per i nomi ci penserà l’onniscente Paolo. Ora gustatevi i videii ad opera di Less tv!
Da venerdì scorso è nelle sale il film tratto dalla serie Boris di cui abbiamo già parlato a Maps. Per l’occasione, il primo aprile abbiamo chiamato nuovamente al telefono Ninni Bruschetta, l’attore che interpreta il direttore della fotografia della troupe protagonista della serie e del film. Insomma, Duccio: “smarmella”, “apri tutto”, quello là.
Partendo da un contrasto con il dott. Pirozzi, coconduttore di quella puntata di Maps, e da alcune domande degli ascoltatori, è venuta fuori una chiacchierata interessante, che vi diamo integralmente qua e che riproporremo questa sera durante Seconda Visione, la trasmissione di cinema di Città del Capo – Radio Metropolitana. Boris – Il film è, infatti, uno dei titoli in scaletta. In più vi regaliamo “Pensiero stupesce”, la canzone scritta appositamente per il film da Elio e le storie tese.
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