Il 1 giugno ha chiuso, per questa stagione, il nostro amato Locomotiv Club, e ha terminato con il botto: sono arrivati nel club di via Serlio i Lali Puna, per un concerto affollatissimo e indimenticabile.
Prima del concerto, Valerie Trebeljahr e Markus Acher sono passati dai nostri studi per un’intervista. Ovviamente la prima cosa che abbiamo chiesto ha riguardato il lungo periodo trascorso tra Faking the Books e l’ultimo Our Inventions: cos’hanno fatto i Lali Puna in quei sei anni? Scopritelo ascoltando l’intervista e, già che ci siete, assaggiate il nuovo disco con “Remember”, la seconda traccia della tracklist.
Amici, da questa settimana, fino alla fine dei Campionati del Mondo di Calcio, Maps non andrà in onda, per lasciare spazio al programma di Radio Popolare Città del campo, un viaggio nel Sudafrica dei Mondiali.
Ma il sito continua ad essere aggiornato con le ultime novità, i live fatti nei nostri studi, le interviste. Rimanete con noi!
Partiamo da un titolo: Dementia. Un film che forse non vi dice niente, ma che ha un culto, dovuto anche al fatto che compare nel celeberrimo The Blob – Il fluido che uccide. E’ un film muto, che racconta (chi l’avrebbe mai detto) una storia di follia, e che è stato proiettato in diversi festival. Abbiamo intervistato i Junkfood, promettente combo jazz (e non solo) che viene da Imola, proprio a proposito della sonorizzazione del film in questione. Simone, il bassista della band, ci ha raccontato la storia dei Junkfood e di come siano arrivati a questo compito particolare.
Come al solito, non vi diamo solo l’intervista, ma anche un brano (“Maciste”) saggio delle capacità dei quattro. Attendiamo il loro disco, che dovrebbe uscire entro la fine dell’anno.
Prima si chiamavano De Seekas e facevano stoner. Poi, complice un “pianoforte da saloon”, hanno deciso di cambiare musica, e di cambiare anche nome, apposta per il disco appena uscito, Alle basi della Roncola, di cui vi facciamo vedere la copertina qui sopra. I Sakee Sed sono in due, vengono da Bergamo e si chiamano Marco Ghezzi e Gianluca Perucchini. Con loro, sull’album, hanno suonato a vario titolo diversi musicisti, chiamati “The Family”.
Vi sembra tutto bizzarro? Ascoltate l’intervista, e capirete che siamo solo agli inizi. Del resto, con una canzone come “Cenami il cefalo”, che ci aspettiamo, la sanità mentale? Evviva i Sakee Sed!
L’australiano Ned Collette non nasconde le sue influenze: più che rifarsi alla furia poetica del suo connazionale Nick Cave, preferisce dimensioni più intime, alla Cat Power o Leonard Cohen. Samuele dei The Calorifer is very Hot! ci ha portato in studio Collette e i due musicisti con cui ormai Ned suona in studio e dal vivo. E’ proprio della coesione tra i tre, e dal passaggio da solista a band, che abbiamo parlato in studio, in occasione di una vacanza/tour che il gruppo ha fatto in Italia, nella seconda metà di maggio. Ovviamente la passione per gli autogrill (e quando mai) è presenta anche nei tre ragazzi, che sono rimasti particolarmente colpiti dai cuochi (veri o presunti) che popolano i ristoranti delle stazioni di servizio italiane.
Non solo chiacchiere, ma anche musica, con due brani eseguiti dal vivo apposta per noi, tratti da due dischi di Collette. Buon ascolto!
Che bell’incontro, quello che Maps ha fatto con i Wolf Eyes. La band era in città per un concerto al Locomotiv Club, e ci ha fatto una sorpresa passando dai nostri studi. A volte, quando arrivano gruppi che hanno un suono così aggressivo, siamo inconsciamente intimoriti che i membri siano anch’essi “cattivi”. E invece i tre statunitensi sono stati simpatici e divertenti.
Siamo partiti diligentemente dai loro dischi, dal modo che hanno di proporsi dal vivo, per poi scoprire che sono dei “movie freak” e che, addirittura, pensano ai loro album come possibili colonne sonore per film, magari italiani e di serie B! Su, cliccate su play e scoprite anche qual è il segretissimo metodo di lavorazione dei Wolf Eyes e chi è il loro “guilty pleasure”. In più, la traccia che apre l’ultimo disco, Always Wrong.
Abbiamo una presenza Reale questa settimana: si tratta della nanetta più seccsi del pop, la nostra anzianottaKylie Minogue! Perché reale con la R maiuscola, vi chiederete? Perchè Kylie ha ottenuto alte onorificenze dal governo britannico e pure dal governo francese! E’ una donna che sparge cultura a destra e a manca! Come? Non ve n’eravate accorti? Che stranezza.
La puntata di Gods of Mainstream si è trasformata ben presto in una ghiotta occasione per esibire le mie noti canore (ma per scoprirlo dovete ascoltarvi il podcast qui sotto) ma non è stata solo questo. Con Francesco abbiamo analizzato puntigliosamente le diverse fasi della carriera di Kylie Minogue, i suoi (stavolta non numerosi) amori e abbiamo scoperto che ha lanciato una linea di lenzuola, coperte e copriletti con il suo nome.
Lo so cosa state pensando: è una puntata noiosissima. Invece no, ve lo assicuro vale la pena di ascoltarla e non solo per il mio karaoke ma anche per scoprire succose novità sui prossimi diabolici progetti che ho per questa rubrichina e infine per ascoltare tutti insieme l’ultima canzone di Kylie Minogue in anteprima: All The Lovers!
Dai forza, tenete duro, ne abbiamo ancora fino a luglio! Gods of Mainstream anche sotto l’ombrellone!
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