Con tracce intitolate “Battisti” e “Nessuna pietà per chi odia gli anni ’60″, Tutte le canzoni, album di esordio di Il Triangolo, mette le cose in chiaro anche prima che l’ascoltatore metta il cd nel lettore. Ma la band di Luino non ha solo un’infatuazione per quegli anni e per certa musica italiana del passato, ma un vero e proprio amore.
E dire che Marco, il chitarrista e cantante del gruppo, ci ha raccontato che il retroterra musicale dei futuri componenti de Il Triangolo era assai lontano dal beat e dal cantautorato. Cosa è accaduto? Che cosa racconta il primo album della band lombarda? Trovate le risposte a queste domande qua sotto, insieme a un assaggio del disco scelto personalmente dal nostro intervistato.
Li avete visti ieri al Locomotiv Club, ma qualche ora prima, nel pomeriggio, Nic Offer dei !!! è passato dai nostri studi per un’intervista, che ci ha riservato non poche (piacevoli) sorprese. Innanzitutto abbiamo parlato dell’atteso prossimo disco della band: un singolo è previsto per l’autunno, ma la Warp farà uscire l’album in inverno. Nic ci ha anche svelato un possibile titolo: Love It. Scoprite come mai uno dei candidati sia proprio questo ascoltando la chiacchierata che abbiamo fatto.
E il titolo del post?, vi chiederete. Be’, Nic ci ha raccontato come capisce quando il pubblico si annoia durante un concerto dei !!! e ha un elemento infallibile per capirlo: non vi anticipiamo nulla, ma sappiate che, se ieri sera o due anni fa a Ferrara non l’aveste capito, la missione della band è una e una sola, farvi ballare e divertire al massimo.
Quanto può essere emozionante vedere una band che occupa la sala ospiti con (quasi) tutto il suo armamentario di strumenti, testate, cavi, pedali, tamburi e amplificatori? Del resto sapevamo che, dopo il loro live acustico di diversi anni fa, i Cut volevano regalare a Maps e al suo pubblico una session più vicina ai loro infuocati concerti.
E così è stato: quattro pezzi pescati da tre dischi della band, molte chiacchiere sul Covo (che nel primo sabato di questo mese chiudeva la stagione proprio con Cut e Tunas), senza dimenticare una descrizione accurata dell’ultima uscita della band bolognese, il live The Battle of Britain.
Due anni fa, all’uscita del loro primo disco All’ombra della roncola, abbiamo immediatamente cercato i Sakee Sed, per intervistarli e sapere tutto sulla strana atmosfera da saloon che regnava tra le stralunate tracce dell’album.
Venerdì scorso la band lombarda, dopo diversi riscontri positivi ottenuti grazie a ottimi live, ha pubblicato il secondo album, A piedi nubi. Il gusto surreale del gruppo non si è perso, a partire dal titolo del disco e dai versi delle canzoni. Non solo di questo abbiamo parlato con uno dei componenti dei Sakee Sed, Marco. Insieme alla chiacchierata, il primo singolo del disco, “A.S.M.A. Los Angeles”.
L’hanno chiamata X, e non solo perché è la decima edizione dell’Homework Festival: trovate gli altri motivi (seri e faceti) di questa denominazione nell’intervista qua sotto, che abbiamo realizzato con Luca Garuffi dell’associazione Homework.
Nella chiacchierata fatta in diretta l’altroieri, Luca ha fatto un bilancio di questi dieci anni, raccontando i momenti esaltanti e quelli difficili e anticipando le succose novità di questa decima e ultima edizione dell’imperdibile manifestazione che si tiene oggi e domani al TPO.
Si chiama come la band, semplicemente The Tunas, l’ultima fatica della band felsinea, uscita da qualche settimana per la Wild Honey. Una raccolta di tracce eterogenee, come ci ha spiegato Frabbo nell’intervista qua sotto.
Abbiamo sentito il cantante dei Tunas il giorno prima del live che ha chiuso la 32a stagione del Covo Club: un’intervista che ha visto anche i Cut interagire con Frabbo, visto che anche loro sarebbero stati sul palco del club di Viale Zagabria la sera seguente (e per il loro live, controllate questo sito domani!).
Esistono delle band che fanno dei live nei nostri studi carichi come se si trovassero su un palco immenso, con un sacco di gente acclamante davanti a loro: i Movie Star Junkies sono un gruppo di questo tipo, che non si risparmia mai. Già quando vennero a trovarci, parecchio tempo fa, ci dimostrarono come i brani dell’album (allora era A Poison Tree) suonavano benissimo anche dal vivo in acustico. All’epoca, addirittura, ci regalarono un inedito, che battezzarono, sul momento, “Milf”, che poi è diventato la traccia di apertura del nuovo album Son of the Dust.
Proprio in occasione del tour di quest’ultimo disco la band piemontese è tornata negli studi della radio, qualche ora prima del live al Locomotiv Club di spalla ai Mojomatics. Poche chiacchiere, ché c’era poco tempo, e due brani: ecco un’altra sessione dal vivo di Maps, da ascoltare e scaricare.
Si è esibito al Locomotiv Club solo tre giorni dopo avere calcato il palco del “concertone” di Roma: Giuseppe Peveri, in arte Dente, ne sta facendo di cose. Il suo ultimo disco, Io tra di noi, continua ad avere consensi a un anno dall’uscita e il nostro sta già preparando le date del tour estivo.
Abbiamo chiamato il musicista al telefono il giorno prima del live bolognese, mentre si trovava a Pisa e passeggiava per le strade della città toscana insieme ai “padroni di casa” Zen Circus. Dopo il cordiale e consueto scambio triplice di saluti, gli abbiamo fatto qualche domanda sull’emozione di salire sul palco di piazza San Giovanni, sul modo di creare delle scalette più leggere e scanzonate, “adatte” al periodo estivo e sulle novità in arrivo.
You Are the Reason for My Troubles, ultima fatica dei Mojomatics, è stato un nostro recente disco della settimana. Il due garage/r’n'r ha colpito ancora una volta nel segno, costruendo un album intenso e divertente, ma non solo.
Come ci ha raccontato infatti Matt, l’album è nato da una serie di delusioni amorose, che hanno trovato sfogo nelle tracce che lo compongono (ve ne regaliamo una, “In the Meanwhile”, che la band aveva già suonato nei nostri studi due anni fa). Ma non solo di cuori infranti abbiamo chiacchierato: in quel pomeriggio che anticipava la serata Murato al Locomotiv Club, infatti, abbiamo anche chiesto aggiornamenti sulla scena garage del nostro Paese. Per tutto questo e molto altro, premete play!
… ma nel cuore del musicista che abbiamo ospitato più volte in studio c’è sempre la grande tradizione americana. L’ultimo album, You Gotta to Get Ready, lo dimostra, e lo stesso Terje Nordgarden l’ha raccontato ai nostri microfoni.
Folgorato da Springsteen, Terje negli anni ha seguito un percorso molto personale di creazione e ricerca musicale sulle linee del grande rock e folk di stampo anglosassone. Qualcuno ha parlato di Nick Drake e di John Martyn, ma ci sono anche le radici americane nella sua musica, come dimostrano i brani che ha suonato in studio. Non per niente uno di essi è un blues composto all’aeroporto di Amsterdam, che testimonia la qualità (e l’attitudine a girovagare) del musicista nato in Scandinavia, passato per Bologna e che ora vive nel borgo “verghiano” di Acitrezza. Tutto questo e molto di più premendo “play” qua sotto!
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