Ieri al TPO di Bologna l’etichetta “sperimentale” della Trovarobato ha festeggiato con una lunga serata di concerti. Voilà la Parade è il nome dato all’appuntamento che ha visti susseguirsi sul palco nomi e band che ben conosciamo a Maps: Zzolchestra, Hobocombo, Der Maurer, Sebastiano De Gennaro e Junkfood hanno dato vita a una bella rassegna di musiche originali e molto personali.
Nella scorsa puntata di Pigiama Party abbiamo parlato ancora una volta con Simone Calderoni, bassista proprio dei Junkfood: reduce da una serata un po’ sfortunata, ci ha raccontato una breve storia della band nella quale suona, ma ha anche fatto gli onori di casa presentando gli altri gruppi della serata. Non solo: nell’intervista che trovate qua sotto c’è anche una bella chiacchierata su cosa voglia dire sperimentare in musica, sul senso della musica “contemporanea” e sul rapporto di questa musica con il pubblico. E non è finita: per iniziare bene la settimana, ecco una manciata di brani di alcuni dei musicisti della Parade!
Sono due dei nomi più interessanti della canzone italiana. Un momento, direte voi: ma da quando Letizia canta in italiano? E che è questa fascistissima mania di tradurre i nomi? Non si chiamava Marie Antoinette? Amici, le cose sono cambiate: “Storpiavano sempre il mio nome, e così…” ci ha detto Letizia nell’intervista che le abbiamo fatto qualche tempo fa. E la musicista ci ha anche raccontato del nuovo disco in uscita, non a caso, il 6 gennaio (per Pippola): ehi, è il giorno della nascita di Giovanna D’Arco, diranno i più colti di voi. E che c’entra? Scopritelo nell’intervista.
Ma Maria Antonietta non è venuta da sola: abbiamo avuto in studio ancora una volta anche Dario Brunori, per il quale Letizia apriva quella sera. L’uomo dietro alla Brunori SAS, oltre a regalarci una canzone tratta dal suo ultimo Poveri Cristi, ci ha anche spiegato cosa ha avuto a che fare nel processo creativo legato al debutto della musicista che era con lui nei nostri studi. Insomma, godetevi questa sarabanda di complimenti reciproci, belle canzoni e video, grazie alla benemerita Less Tv.
Di recente sono arrivate in Italia per un minitour The Sandwitches. La band, rappresentata in studio da Grace Cooper e Heidi Alexander, è venuta nei nostri studi lunedì scorso, prima di esibirsi allo Spazio Elastico. Il gruppo fa parte di una comunità folta ed esuberante di San Francisco, che comprende altri nomi come Sonny and the Sunsets, Fresh and Onlys e The Oh Sees, tanto per citarne qualcuno, sì, ma non a caso, visto che i membri di queste band hanno spesso collaborato tra di loro, creando nuove alchimie.
Con le ragazze abbiamo cercato quindi di capire meglio che scena si fosse creata nella città californiana, ma le nostre ingenue visioni si sono un po’ ammosciate, come sentirete nell’intervista, quando Grace e Heidi ci hanno raccontato come stanno le cose veramente a Frisco. Abbiamo poi parlato dei loro dischi, dei progetti futuri e ci hanno regalato anche due canzoni. Buon ascolto!
Undici tracce, che sono più undici mazzate in faccia che canzoni. Questo disco d’esordio dei perugini Fast Animals and Slow Kids è notevole e non è un caso che a produrlo siano Giulio Favero e Appino degli Zen Circus. Proprio quest’ultima band ha voluto i FASK come spalla nel tour del nuovo disco, ed è in occasione di questo live che i ragazzi sono approdati al Locomotiv Club di Bologna.
Giovedì scorso abbiamo sentito al telefono Aimone, voce e chitarra della band, con il quale abbiamo parlato di un sacco di cose inerenti a questo esordio, chiamato Cavalli, bizzarro fin da disco e artwork. Insieme all’intervista, come al solito, una traccia del disco. Godetevela!
Abbiamo acchiappato Andrea Cola qualche ora prima del live che ha tenuto allo Spazio Elastico, al lavoro. Ma dopo poco siamo tornati sul tema dell’intervista, cioè il suo disco Blu, che Andrea porta in giro ormai da un bel po’. Gli abbiamo chiesto proprio il perché del titolo del disco, sconfinando subito in cubismi picassiani, per poi tornare agli inizi della carriera di Andrea.
Tutto il resto dell’intervista si è mosso, come si dice, tra il serio e il faceto, e ha avuto come conclusione un lungo “No” di sconforto quando abbiamo rivolto al musicista la nostra classicissima stupida domanda dei dischi dell’isola deserta: nonostante lo spaesamento iniziale, Andrea ha inanellato cinque album uno più interessante dell’altro… Ecco per voi, come al solito, intervista e mp3.
Oltre tre anni dopo averlo ospitato per la prima volta, torniamo a parlare di Roberto Dell’Era, in arte Dellera, che abbiamo intervistato ieri telefonicamente, in occasione del suo concerto all’Arteria di Bologna. Nel locale del centro storico della nostra città, Roberto ha portato il suo disco da solista Colonna sonora originale: undici tracce intense e sognanti che testimoniano la statura artistica del nostro, che torna a suonare da solo dopo i lavori con Afterhours, Dente, Il Genio e Calibro 35.
Con Roberto abbiamo chiacchierato ovviamente della genesi del disco, ma anche di canzone in Italia oggi, dei nuovi spazi che si stanno aprendo e di altri che, purtroppo, non ci sono più. Insieme all’intervista un brano dell’album, “La meraviglia”. Buon ascolto!
Che band peculiare, i Pinback! In giro da una dozzina d’anni, hanno fatto almeno tre ottimi dischi, tra il 2001 e il 2007, e il silenzio dall’ultimo Autumn of the Seraphs è stato rotto solamente di recente, grazie alla pubblicazione di un singolo nell’aprile scorso, in occasione del Record Store Day.
Come ben saprete i Pinback sono venuti per la prima volta a suonare in Italia nei giorni scorsi e noi abbiamo avuto al telefono metà della band, Rob Crow, qualche ora prima del live al Locomotiv Club. Ovviamente, oltre alle domande di rito sulla prima-volta-nel-nostro-Paese, gli abbiamo chiesto cosa è accaduto tra il 2007 e oggi, a parte l’impegno nei vari progetti collaterali dei due musicisti. Come potrete sentire dall’intervista, il punto è che i Pinback vogliono fare le cose per benino, ponendo attenzione su ogni suono e ogni più piccolo particolare del nuovo disco, che comunque è previsto per i prossimi mesi. I risultati non mancano, come potete sentire da una delle tracce uscite in aprile, che vi doniamo qua.
Una manciata di giorni fa, tra un concerto a Torino e uno a Firenze, si è fermato per una session nei nostri studi Ed Laurie. Il londinese sta per uscire con il nuovo disco Cathedral all’inizio del 2012 e ci ha regalato due anteprime dell’album. Insieme a lui Andrea Polato e Marco Stagni alle percussioni e al basso, che lavorano da molto con Ed e compaiono anche su disco.
In una puntata dominata da un tema che aveva a che fare con visioni e fantasmi, la band ha detto la sua su spettri e altre cose spaventose, e ci ha condotto nella concezione del nuovo disco, nato sotto molte coincidenze e con l’idea di epifania come uno dei tratti portanti delle canzoni che lo compongono. Eccone qua due, più una che risale a qualche anno fa, suonate in versione inedita nei nostri studi.
Più di due anni fa vi parlavamo della nuova band nata dai Prozac+: ai primi del mese è uscito il nuovo disco dei Sick Tamburo, che segue il debutto omonimo. Il disco, pubblicato da La Tempesta, si intitola A.I.U.T.O., ed è tutto sommato in continuità con il lavoro precedente.
Eppure alcune cose sono cambiate, a partire dalla presenza “in voce” di GianMaria, metà della band insieme a Elisabetta, che per questo album non ha in carico tutte le parti vocali. Per saperne di più, ascoltate l’intervista che abbiamo realizzato al musicista pordenonese e il primo singolo tratto dal nuovo album!
Valerio Millefoglie suona da sempre, ma è solo da poco che è uscito il suo primo disco, I miei migliori amici immaginari: un viaggio nelle fantasie “di simulazione” che hanno costituito la base dei pomeriggi solitari in cui Valerio, come noi, giocava immaginando che la sua cameretta fosse popolata da amici (o nemici) inventati da lui, ognuno con la sua voce, le sue caratteristiche fisiche e psicologiche.
Aiutato da due vecchie conoscenze di Maps, Massimo Martellotta e Tommaso Colliva, Millefoglie ha costruito un disco molto divertente e curatissimo per quanto riguarda l’artwork: il libretto, colorato e raffinato, raffigura infatti per ogni pagina un amico immaginario a cui Valerio dedica una canzone. Quella che ha scelto per Maps parla del suo personaggio preferito. Ascoltatela, ma prima sentite l’intervista: siamo certi che vi riconoscerete nelle parole del musicista.
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