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Archivio - Categoria ‘Podcast’

Il viaggio nel pop dei Dumbo Gets Mad

Poco meno di un mese fa è uscito Quantum Leap, il secondo album dei Dumbo Gets Mad, che segue l’esordio di due anni fa Elephants at the Door. Dal titolo abbiamo pensato che il disco facesse riferimento alla serie tv che molti di noi amano, ma non è così. Ce l’ha spiegato “la metà maschile” del duo, che abbiamo raggiunto al telefono qualche giorno fa, riassumendo una teoria fisica piuttosto complessa che è stata portata all’attenzione del nostro da un tassista di Los Angeles.

La metropoli californiana è infatti una delle città dove la band ha vissuto e siamo certi che il clima multiculturale che là si respira abbia contribuito a colorare le tracce del disco, che pare essere talvolta un vero e proprio excursus sulla forma pop. Per voi la chiacchierata fatta in onda e uno dei brani del disco, sempre in tema “quantistico”…

Francesco | 09:00 | Wednesday 13 March 2013 | Comments Off
Interviste, Mp3, Podcast

Il punto sulla scena indipendente italiana degli anni zero

Uscito da poco per Arcana, il volume Riserva Indipendente spiega tutto nel sottotitolo: “La musica italiana negli anni Zero”. Lo scopo di Francesco Bommartini, che lo firma, è proprio quello di fotografare l’ultimo decennio della produzione musicale nostrana, attaverso una serie di interviste a musicisti, promoter, manager di etichette, fotografi, eccetera.

Il panorama che esce dalle 230 pagine di libro è variegato per numeri, storia, generi, attitudine, ma ci sembra fedele del momento storico che la musica italiana “non mainstream” sta vivendo. Si parla di futuro (con Enrico Molteni de La Tempesta che profetizza l’imminente fine del cd), ma si raccontano anche band che sono state un vero e proprio ponte con il passato, come i Verdena. L’autore al telefono ci racconta qualcosa di più sul volume, che vi consigliamo.

Francesco | 09:00 | Tuesday 12 March 2013 | Comments Off
Interviste, Letture, Mp3, Podcast

Lo show più stupido (e divertente) del mondo: Kid Koala a Murato!

Non ci permetteremmo mai di definire il suo Vinyl Vaudeville in questo modo, ma è stato lo stesso Kid Koala (all’anagrafe Eric San) a dare il sottotitolo allo spettacolo che ha portato venerdì al Locomotiv per l’appuntamento con Murato. Tre ballerine, pupazzi, robot, burattinai e, come è ovvio, tutta la sbalorditiva bravura che il musicista mette nel creare canzoni con tre giradischi, qualche loop e dei campionatori.

Nel pomeriggio dell’8 Kid Koala è passato dai nostri studi insieme a Giovanni Gandolfi, per raccontare (senza rovinare la sorpresa) cos’è il live e per parlarci dell’ultimo 12 Bit Blues, uscito a settembre per la NinjaTune. Scoprite anche voi come si fa a fare un pezzo a chilometro zero e cosa c’entra l’insalata caprese in questo senso ascoltando l’intervista qua sotto.

Foto di Emanuele Rosso: il set della serata è qua.

Francesco | 09:00 | Monday 11 March 2013 | Comments Off
Interviste, Mp3, Podcast, Video

Appino fa testamento

Gli Zen Circus hanno annunciato per tempo la loro pausa: da molto le comunicazioni della band toscana riportavano che quest’anno sarebbe stato sabbatico per il trio. Ma per il trio in quanto tale, perché singolarmente i componenti del gruppo si sono dati molto da fare: il chitarrista e cantante, Appino, ha pubblicato per esempio il suo esordio solista proprio in questa settimana (e lo presenta con uno showcase alla Feltrinelli di Porta Ravegnana tra qualche ora).

Ma come mai chiamare Il Testamento un esordio? E come mai i suoni sono spesso distanti da quelli a cui gli Zen Circus ci hanno abituato? Le quattordici tracce del disco sono spesso dure nei suoni e nei toni e “non la mandano a dire”. Un j’accuse in cui, nonostante si parli della famiglia del musicista, il primo a essere messo alla sbarra è Appino stesso. Per sapere di più del disco e anche dell’omaggio “dylaniano” della canzone qua sotto… sapete che fare.

Francesco | 09:00 | Friday 8 March 2013 | Comments Off
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Al telefono con i Beach House

Il loro ultimo Bloom è finito in cima alle liste dei dischi del 2012, ed è stato apprezzato da molti conduttori di Radio Città del Capo: ma del resto, sin dall’esordio, i Beach House hanno imposto il loro particolarissimo suono (definito talvolta riduttivamente dream pop) in Europa e Stati Uniti. Il duo sta arrivando in queste ore nel vecchio continente e in particolare in Italia, qui a Bologna, per l’inizio della parte europea del tour, dopo il successo delle date precedenti.

Non potevamo perdere l’occasione di parlare con loro: e quindi, ieri pomeriggio, abbiamo raggiunto metà della band, Alex Scally, nella nativa Baltimora, dove questo e Victoria Legrand hanno dato vita alla band nel 2004. I Beach House entrano quindi nel decimo anno di carriera, praticamente senza conoscere un calo significativo nell’apprezzamento del loro lavoro. Una “routine” alla quale si sfugge, ci ha detto Alex, “non dando ascolto a niente e nessuno, se non alla propria musica”: d’altro canto il disco che li ha fatti conoscere si intitola Devotion… Scoprite nell’intervista qua sotto cosa ci aspetta all’Estragon sabato e, tra le altre cose, quali sono i dischi dell’isola deserta di Scally: tra questi Loveless dei My Bloody Valentine (una band di cui secondo noi sentiremo parlare nella puntata di oggi: ma per questo c’è la diretta!).

Francesco | 09:00 | Thursday 7 March 2013 | Comments Off
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Da domani Bologna Brucia

Tre giorni, tre luoghi importanti e simbolici per la città che ospiteranno live e non solo: questo e molto altro ancora è Bologna Brucia 2013. La seconda edizione della manifestazione si svolge da giovedì a sabato rispettivamente ad Atlantide, Vecchio Son e XM24: sui palchi tantissime band, dai Marnero ai Repulsione, dai Sumo ai Chambers. Ma non si tratta solo di musica.

John D. Raudo, al telefono con noi, ci ha raccontato a grandi linee il programma della tre giorni, che prevede anche interventi artistico-visivi, ma ha soprattutto puntualizzato quanto sia importante che alcuni luoghi continuino ad esserci in città, per un discorso lontano dalle logiche di mercato, che proponga una creazione “dal basso”. Ma esiste un ricambio generazionale in chi porta avanti certi modi di pensare? Probabilmente, dice il nostro ospite nell’intervista che trovate qua sotto, questo è uno dei punti dolenti della situazione.

Francesco | 09:00 | Wednesday 6 March 2013 | Comments Off
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Gretchen ha le idee chiare: discorsi intorno a Post-Krieg

Tre anni fa Simona Darchini, meglio conosciuta come Simona Gretchen, aveva portato dal vivo a Maps il suo disco d’esordio (Gretchen pensa troppo forte): la scorsa settimana è tornata nei nostri studi per parlare del nuovo  Post-Krieg, uscito per Blinde Proteus e Disco Dada il 21 febbraio, di cui vi regaliamo una traccia (“Hydrophobia”).

Post-Krieg è un disco interessante: otto tracce per ventinove minuti di musica, basata soprattutto su chitarra, basso (suonati da Simona e dal produttore Lorenzo Montanà) e batteria (affidata a Paolo Mongardi); c’è spazio anche per gli archi di Nicola Manzan e la tromba di Paolo Ranieri in un impasto musicale solenne e sobrio. Si percepisce una sorta di rassegnata disperazione nelle canzoni del disco, ma nulla è urlato o scomposto. Simona ha le idee chiare e, lo sentirete dall’intervista, una lucidità invidiabile, anche quando ci spiega perché, dopo questo disco, Simona Gretchen non esisterà più.

Francesco | 09:00 | Tuesday 5 March 2013 | Comments Off
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Il ritorno di The Crazy Crazy World of Mr Rubik

Era l’ottobre del 2010 quando vi facemmo conoscere un trio davvero particolare: The Crazy Crazy World of Mr Rubik. La band venne in studio per parlare dell’album di esordio e per un bel live. In questi due anni i tre hanno fatto tantissime date (anche con il progetto parallelo Eveline), ma il seguito di Are You Crazy or Crazy Crazy? era già nell’aria da tempo.

Ce l’ha raccontato Matteo, che è stato con noi al telefono la settimana scorsa per parlare del nuovo Urna Elettorale (The Crazy Crazy Crisi), che potete ascoltare in streaming qua sotto. Come capirete dal titolo, i temi sociali e politici già presenti nel primo album, si trovano anche qua, ma accompagnati a un approccio musicale più definito e coeso. Non è casuale che Matteo abbia citato musiche e musicisti africani come alcune tra le influenze più importanti che si rincorrono tra le tracce del disco. E c’è anche una cover, dei CCCP: perché? E perché proprio “Live in Punkow”? Nell’intervista c’è ogni risposta.


Francesco | 09:00 | Monday 4 March 2013 | Comments Off
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Afterhours di nuovo in tour “in un Paese insicuro”: parla Manuel Agnelli

Domani comincia dall’Estragon di Bologna un nuovo tour che vedrà gli Afterhours toccare numerosi club in tante città italiane per un paio di mesi. A meno di un anno dall’uscita di Padania, che avevamo approfondito in una lunga intervista con Manuel Agnelli, abbiamo nuovamente chiamato al telefono il cantante della band per raccontarci i presupposti con cui inizia questo nuovo tour.

Ma, come spesso capita parlando con Agnelli, il discorso (pur gravitando intorno alla musica) si è allargato alla situazione culturale italiana: uno dei vantaggi di una band con decadi di carriera e migliaia di chilometri macinati in tour è sicuramente il possedere una prospettiva ampia (dal punto di vista spaziale e temporale) su quello che è, per citare una canzone recente, “il Paese reale”. E l’Italia che ci racconta il musicista è un Paese diviso, insicuro, difficile. Insomma, il nostro.

Francesco | 09:00 | Friday 1 March 2013 | 1 Commento »
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Come nasce una band tra Ottawa e Toronto: Metz a Maps

Li abbiamo visti venerdì 22 febbraio sl FreakOut Club, e ci hanno letteralmente spazzati via. Del resto le premesse erano buone: già dal loro album d’esordio, infatti, i canadesi METZ (il nome si scrive maiuscolo) facevano capire, qualche mese fa, che il compromesso proprio non faceva parte del loro DNA.

Questa caratteristica ci è stata confermata da Alex Edkins, voce e chitarra della band: al telefono il musicista ci ha raccontato delle origini della band, la cui formazione ha risentito delle città in cui i ragazzi hanno vissuto, Ottawa prima e Toronto poi. Ma come sono arrivati a pubblicare per SubPop? “Abbiamo usato il vecchio metodo: abbiamo mandato qualche pezzo all’etichetta e poi…”, ci ha detto Edkins. Il resto lo trovate nell’intervista qua sotto, insieme al brano che ci ha fatto scoprire il terzetto, la traccia di apertura del disco: “Headache”.

 

Francesco | 09:00 | Thursday 28 February 2013 | Comments Off
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