C’erano una volta i duetti. I più famosi sono, ad esempio, quello di Anna Oxa e Fausto Leali, o quello di Mietta ed Amedeo Minghi.
Ci sono, tuttavia, anche i duetti di persone che sono coppie anche nella vita, e si divertono a cantare insieme, deliziando i nostri padiglioni auricolari.
E’ questo il caso di Best Coast e Nathan Williams (Wavves) che insieme hanno inciso un pezzo “Got Something For You” per augurarci buon Natale in anticipo: ecco il video, l’ispirazione è venuta sicuramente da “Felicità”, di Al bano e Romina Power.
Oh mama! Che felicità vedere sgretolarsi nel giro di pochi minuti gli scetticismi che mi ero portato su, fin dentro la saletta lunga di un Covo in serata sold out. Voglio dire, hype a mille alimentato da riviste perfino non di settore, canzoni finite in tv, interi quartieri di Londra che hanno adottato il loro look nazi-frocesco (cit.), l’enfasi sulla notizia “Morrissey spotted at The Drums’ gig”. Alzi la mano chi non incubava almeno un paio di dubbi sulla resa dal vivo della band più spinta del 2010. Bluff anyone?
A voler essere precisi, The Drums arrivano in Italia un po’ tardi sul calendario del buzz. Tuttavia salgono sul palco del Covo puntuali, poco dopo le 23. Il buio della scatola di Bologna che li contiene copre i loro volti bianchi che invero non si vedranno mai nitidamente. Effetto di scena old school: le luci dalle loro spalle puntano sulla folla e non sui loro fisici scanchenici.
Fin dall’apertura con boato di “Best Friend” mi sento una comparsa nel pubblico di una puntata di Top Of The Pops di venticinque anni fa. Solo che mi sto divertendo sul serio. La serata si rivela un giro in rollercoaster offerto da Jonny, il cantante in giubbotto collegiale e caschetto platinato, il fulcro dell’ingranaggio con i suoi movimenti robotici a farne da motore. Jacob, più introverso, non sarà Johnny Marr ma una o due cose ineccepibili sul pop anni Ottanta le sa far ripetere alla chitarra.
In quest’ora di piano sequenza, perfetta per una diretta su MTV, la band più chiacchierata di Brooklyn spara una dopo l’altra tutte le bombette dal disco omonimo e dal precedente EP Summertime! Pacchetto completo di mossette, ballo a scatti à la Ian Curtis preso bene e ringraziamenti in italiano. Non avrò mai visto dal vivo il romanticismo degli Smiths, la cupezza dei Joy Division e nemmeno la laconicità dei Tough Alliance, ma a voler farsela bastare, una buona miscela di tutte queste, per qualche istante, ieri sera, sì.
Le redazione di Maps sin qui si è divertita e commossa in egual misura con la musica di Diplo e dei Deerhunter. Luniceinvece è nuovo, giovane e perso nei suoi pensieri.
Partito da Montreal lo abbiamo intercettato via Thermos un annetto fa con alcuni remix sguaiati per Amanda Blank e Kanye West, ed una serie di ep scaricabili dal suo myspace. Non sappiamo se andrà a finire che muoveremo di più la testa o le gambe. Per ora ci godiamo quest’ennesima produzione, un remix del singolo dei Deerhunter curato insieme a Diplo, grazie al bellissimo video che ci arriva da Mad Decent. In omaggio la traccia da scaricare da qui.
Scenes From The Back Bedroom Winter dei The Declining Winter è l’ultima uscita per la curatissima etichetta Secret Furry Hole.
Si tratta della band di Richard Adams, già fondatore insieme al fratello Chris degli Hood.
Vi presentiamo un corto girato da Giacomo Belletti per il brano Killer.
Eccomi qui a presentarvi sotto le veci di Less tv, la seconda session di Maps, per una stagione che si promette bella densa.
E’ arrivata la volta degli Young Wrists. I Polsi Giovani, nativi di Pesaro, sono già stati addocchiati da blog di una certa importanza come Guardian e Transparent, nonchè Rockit che gentilmente offre un link di streaming a We Were Young And Beautiful, ultima piacevole fatica della band italiana.
“Un omaggio a tutti quegli adolescenti che si sono tagliati i polsi perchè non riuscivano a sopportare che niente è per sempre”. Il significato del nome viene svelato sulle pagine di Frigopop, in una bella intervista, dove gli Young Wrists raccontano, come ai nostri microfoni, di come sono nati e di come si sono conosciuti.
Ringraziando la band per essere venuta in quel di Bologna unicamente per il nostro live, cari lettori di Maps, vi auguro una buona visione e un buon ascolto, ovviamente sui nostri schermi. Alla prossima!
Un anno è passato ormai dai gloriosi fasti di Gods of Mainstream che, ve lo prometto, tornerà a riempirvi le giornate di tutto ciò che le vostre orecchie non avrebbero mai desiderato sentire.
Oggi tuttavia mi sento magnanima, sia verso di voi che verso un’artista secondo me sempre ingiustamente sottovalutata, anche se ultimamente sta conoscendo un po’ di gioie della notorietà: parliamo di Robyn, all’anagrafe Robin Miriam Carlsson, bionda platinata since 1979. Riuscite a sentire anche voi la Svezia dentro? Io la sento fortissimamente. Quando mai la Svezia vi ha dato delle delusioni? Vi ricordate tutti degli Abba? Dell’Ikea? Ebbene tutto ciò dimostra che della Svezia ci si può fidare.
Robyn è una donna che conferma tutto ciò che ho scritto sopra: il genere che ci propone è una dance-pop delicata, mai eccessiva e mai kitsch, condita da testi a volte smielati e a volte invece tendenti al femminismo e, pensate amici, se li scrive proprio lei! Ebbrava Robyn, da una che si chiama quasi come il compare di Batman non ce l’aspettavamo, e invece ci sorprendi!
Ecco due video che documentano il recente tour in Giappone dei Woods e dei Real Estate. Le due band della Woodsist sono filmate mentre eseguono nuovi brani a Tokyo.
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