Christmas goes to eleven
Tanti auguri da Maps!
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Tanti auguri da Maps!
Come ci racconta in questa video Sawyer, uno dei ragazzi della Underwater Peoples, il giorno di natale sull’ottimo blog Chockolate Bobka si potrà scaricare la terza free compilation della label di Washington. Chi segue Ducktails, Real Estate, Pill Wonder, Alex Bleeker e Julian Lynch sa che sarà imperdibile!
Lo si è detto tante volte: le note sono sette – anzi, dodici – ed è inevitabile che, al momento di metterle insieme, si finisca per creare qualcosa di già fatto in precedenza, anche se non lo si conosce. Allo stesso modo, neanche le lettere dell’alfabeto – o, meglio ancora, le parole – sono infinite; quindi può succedere, quando arriva la fatidica ora di dare un nome alla propria band, di sceglierne qualcuno già in uso. Con il risultato non soltanto di creare confusione, ma anche di generare dispute legali.
Nella storia del rock vi sono alcuni casi abbastanza celebri in tal senso. Il primo e forse più importante è quello che vede uniti da omonimia ma separati geograficamente e temporalmente due band battezzatesi Nirvana.
Della compagine guidata da Kurt Cobain non c’è molto da dire. Lasciamo allora che a parlare siano musica e immagini:
Doveroso invece approfondire la conoscenza con quelli che negli Stati Uniti vengono chiamati Nirvana UK. Formatisi a Londra nel 1967 dall’incontro tra l’irlandese Patrick Campbell-Lyons e il greco Aex Spyropoulos (chitarrista uno e tastierista l’altro, entrambi cantanti). Senza stare a entrare troppo nel merito di una vicenda discografica non delle più semplici, va comunque detto che gli album The Story Of Simon Simopath (1967) e All Of Us (1968) sono tra i momenti più alti del pop psichedelico inglese, come dimostra il brano qui sotto (tratto dal primo dei due dischi).
Ora, a volerla dire tutta, magari gli inglesi potevano risparmiarsi di far causa a Cobain e soci per via della ragione sociale identica, ma questa è tutta un’altra questione…
Chissà se farà parte del nuovo disco o se è da intendersi solo come un singolo estemporaneo… Fatto sta che “Chase the Tear” è la prima canzone dei Portishead dopo l’uscita, l’anno scorso, del loro bellissimo Third.
Geoff Barrow e soci hanno deciso che i proventi della canzone andranno ad Amnesty International, a cui sono stati donati i diritti del brano. Questo perché oggi è la Giornata Internazionale per i diritti umani. Quindi: guardate il video, ascoltate la canzone, ma magari (per una volta) compratela anche, cliccando qua.
Nuovo video per Banjo Or Freakout, si tratta dell’ultimo singolo uscito per Half Machine. (via Weekly Tape Deck )
Il nuovo video della band dal disco Forget the Night Ahead: vagamente inquietante…
Eh già, è andata proprio così: i Let’s Wrestle hanno deciso di sciogliersi in diretta a Maps per poi ricompattarsi la sera stessa prima di suonare al Covo.
Una delle session in assoluto più divertenti con i tre ragazzi inglesi in gran spolvero (cit.), dove si è parlato di calzoni, dell’esser la miglior band sul pianeta Terra e di come si è sempre stanchi in tour.
Tre gran canzoni suonate per l’occasione dal bassista dalla band con gli altri due a cantare o a tentare di tenere il ritmo con le dita sul tavolo. Eccezzzzionali.
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